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La qualità dell’ascolto percettivo dell’operatore psichiatrico

“Io sono compiutamente corpo e niente al di fuori di lui,

 “anima” è soltanto una parola per qualcosa che è corpo”

 F.Nietzsche

Premesse generali

Che cosa è la danza terapia?

È una modalità di intervento che utilizza in maniera privilegiata il linguaggio del corpo come strumento poetico, espressivo e comunicativo ed è un processo artistico-terapeutico che facilita l’integrazione psicocorporea dell’individuo.

Il  lavoro proposto si basa sull’approccio dell’ Art Therapy Italiana, che attinge da una tradizione che ha origine alla fine degli anni ’40 negli Stati Uniti (M. Chace) e che si collega al più recente sviluppo delle psicoterapie espressive (J. Kestenberg).

Per danza movimento terapia deve intendersi e definirsi sostanzialmente, non solo la danza ma anche l’uso del movimento quale matrice espressiva comunicativa di stati interiori e quale possibilità di trasformazione psichica mediante una relazione terapeutica.

Non solo danza dunque, ma soprattutto spontaneo movimento come parte integrante del processo creativo artistico che coinvolge l’energia cinetica del corpo con l’esperienza emotiva di chi la compie.

Questa precisazione ci consente di non confondere la parola “danza” con l’esercizio di un’arte applicata  o solamente con atti motori di “scarica”, oppure con il ballo da sala, ma a coglierne invece l’aspetto metaforico, psicologico, simbolico, che fa risuonare il dentro e il fuori di chi si muove. Non possiamo scindere le situazioni psichiche dalle espressioni del corpo, siano esse in forma statica o dinamica. Quindi non necessariamente una danza strutturata secondo canoni estetici, una danza esteriore, bensì una composizione di movimento volta a svelare che cosa si muove interiormente, e a creare nuovi significati.

Perché proporre la danza movimento terapia agli operatori psichiatrici che si stanno formando?

Credo sia fondamentale, che chi ha scelto di lavorare con il proprio corpo in relazione a quello di un’altra persona, debba essere supportato da un lavoro sul riconoscimento delle proprie capacità, abilità, percezioni sensazioni emozioni immagini. Tutte queste componenti risuonano nel corpo e lo muovono anche quando non ce ne rendiamo conto. Il solo respiro e battito cardiaco sono  movimenti alla base della nostra vita.

Obiettivi

Riconoscimento attraverso il processo creativo:

Confini corporei, dove finisco io e inizia l’altro (la pelle)

Chinesfera,è un termine che indica lo spazio personale quello che circonda una persona ed è sentito come proprio. Le sue dimensioni, vicino medio – lontano – importante anche quando c’è il contatto, che ci sia uno spazio potenziale di transizione (Winnicott).

Il rapporto con l’altro, la relazione attraverso:

 Empatia cinestesica si riferisce all’incorporazione da parte dell’operatore degli stati emotivi e delle qualità del movimento del cliente. Essa utilizza la consapevolezza cinestesica autoprercettiva dell’operatore abbinata con una comprensione a mediazione corporea degli stati affettivi interni del cliente.

L’empatia cinestesica è in particolare il processo corporeo di interiorizzare i movimenti e le espressioni corporee del cliente, o di sintonizzarvisi. Questa mutua esperienza corporea porta ad un riverbero simultaneo di sentimenti collegati, ad una sincronicità quale stato di empatia cinestesica. Quando il focus del terapeuta si sposta verso i suggerimenti interni, scendendo a livello subconscio, comincia il processo introspettivo. La successiva “fase di coinvolgimento” è caratterizzata dall’emergere di associazioni ( in modo rappresentativo, immaginale e lessicale) relative all’esperienza corporea percepita. Imparare ad usare il proprio corpo per ricevere, contenere le esperienze del cliente, anch’esse avvertite mediante il corpo; così, il corpo dell’operatore diviene una cassa di risonanza per le reazioni emotive del cliente.

Capacità di contenere, anche i vissuti sgradevoli, legati al cliente o alla nostra insicurezza o senso di frustrazione, permettendoci di contattarli e riconoscerli, senza fuggire da essi.

Lavoro sul peso e sulle sue diverse qualità: forte-leggero ( Laban Movement Analisys)

Lavoro  sulle connessioni corporee: centro-periferia, testa-coccige,coccige-talloni, mano-scapola-coccige.

Il radicamento a terra: riconoscimento del proprio modo di distribuire e usare il  peso nel corpo,(nello specifico, verranno sperimentate, in base a questi concetti, le posizioni dell’operatore shiatsu, nella stazione eretta e a terra).

Alcune domande emerse nella mia esperienza:

 Che cosa mi chiede la persona ?

Quali sono le aspettative(di entrambi)?

Cosa mi colpisce nel suo corpo, e cosa no?

Dove c’è maggiore vitalità nel corpo?

La sensazione immediata è positiva o negativa?

Uso la seduttività perché incosciamente ho paura che non ritorni?

Se mi sento invasa dalle domande del cliente, come faccio a non perdermi?

Ascoltando attraverso il mio corpo:

Come è il mio respiro, fluido o bloccato?

La posizione del mio corpo mentre lavoro, dove sto scaricando il  peso?

Perché non riesco a sentire il centro del mio corpo?

Queste ed altre indicazioni potrebbero essere dei segnali che precedono la consapevolezza conscia verbalizzata, sia di situazioni di disagio che di agio.

Conclusioni

Quindi  fondamentale nel movimento dell’essere umano è la respirazione  il battito cardiaco e la relazione tra le parti del corpo ( centro-periferia). Solo se sviluppo una relazione tra me e me, posso sviluppare una relazione con gli altri. Un altro aspetto è che siamo in continuo cambiamento e questo lavoro ci aiuterà a sviluppare la capacità di modularsi, e modellarsi all’esperienza, che ha a che fare con il senso dell’interezza  psicofisica.   

Aumentare la consapevolezza dell’ascolto corporeo, per contenere e accogliere le emozioni e le esperienze che di volta in volta si presentano utilizzandone le immense risorse, non perdendo mai di vista il luogo dove noi siamo, “il corpo”.