Premesse generali
La longevità, rappresenta un bene acquisito che non sempre va di pari passo con una effettiva “buona” qualità di vita della popolazione anziana. E’ necessario prendere in considerazione la presenza di patologie, la mancanza di abitudine a “muoversi”, l’assenza di un’adeguata socializzazione, proponendo nei Centri anziani, delle attività di integrazione sociale per mezzo di interventi innovativi di matrice psicomotoria. Dette attività prevengono la perdita dell’autosufficienza e, eventualmente, ne possono favorire largamente il recupero.
Le problematiche degli anziani, spesso, sono dovute a difficoltà di adattamento, legate all’evento del pensionamento; l’uscita dal ciclo lavorativo, con conseguente perdita del ruolo sociale, unito a volte all’incapacità di ravvivare i propri interessi culturali, può portare all’isolamento, che è causa dell’accelerazione del decadimento psicofisico.
Il progetto mira a creare un gruppo di sostegno e aiuto per anziani. L’obiettivo è quello di fornire un punto di incontro che faciliti l’integrazione e la socializzazione attraverso l’offerta di uno spazio strutturato ed organizzato con un laboratorio di movimento creativo inteso come disciplina che mira la recupero dell’ascolto profondo del corpo e allo sviluppo delle sue potenzialità espressive e creative, con successiva elaborazione dei vissuti emotivi.
L’attività di gruppo aspira al raggiungimento del macro obiettivo di fondo dell’intero intervento, la socializzazione, ottenuta tramite la condivisione delle esperienze e di vissuti emotivi.
Attraverso il movimento si intende riaccendere una motivazione ad una gestualità ormai dimenticata o stereotipata, tramite la musica far riemergere il proprio universo musicale fatto di ricordi, ritmi e canti, con la scrittura o attraverso la narrazione orale condividere storie vere o inventate relative all’esperienza di ciascun individuo.
Come presupposto di base c’è il tentativo di interrompere il senso di “attesa” dell’anziano, come soggetto non più contestualizzato.
Quindi muoversi per creare, è attraversare se stessi, conoscersi, aprire spazi interiori per poter creare all’esterno, attivando il processo di immaginazione. Il tentativo di risvegliare l’immaginazione è un’azione importante perché parte dal presupposto che “la necessità di immaginare sia insita nella persone e che sia il garante della sua libertà.
Sostenere il mondo interiore dell’anziano attraverso la valorizzazione dell’immaginazione, della memoria e di un ascolto percettivo del proprio corpo.
L’intento è proporre stimoli, immagini ma soprattutto sostegno al valore personale e collettivo della creatività, in assoluta armonia e nel pieno rispetto dei tempi relazionali, motori, immaginativi, comunicativi di ciascuno; dunque che consenta una piena rivalutazione dei “silenzi nei quali l’anziano, per motivi fisici o mentali, sembra essere relegato dall’immaginario comune.
Obiettivi
Gli obiettivi specifici dell’intervento sono da calibrare in relazione al tipo di popolazione che di volta in volta si incontra – in base all’età, sesso, stato di salute, aspettative -, ma in generale per quanto riguarda gli anziani, ricadono nell’ambito di:
- stimolare l’espressione e la creatività personale;
- valorizzare i ricordi come fonte di energia;
- riattivare e sviluppare le energie personali sopite;
- permettere il recupero dell’autostima;
- ampliare la gamma dei movimenti disponibili;
- fornire opportunità di socializzazione e di attività in gruppo finalizzate alla riscoperta di movimenti ed emozioni (e non solo di semplice intrattenimento);
- migliorare l’umore;
- contribuire al benessere.
Modalità di attuazione
Il modo di lavorare con gli anziani prevede una prima fase di meditazione attraverso movimenti della pratica cinese del ‘Qi gong’ fasi di movimento guidato che connettono il movimento all’espressione e all’intenzione che il gesto comunica; uso della voce e del canto come strumento per sollecitare l’atto del respiro successivamente avere la capacità di coordinare l’atto del respiro al movimento è di fondamentale importanza in questo approccio. Momenti in cui viene utilizzato il gioco per permettere la relazione tra i partecipanti, talvolta momenti di disegno, scrittura riflessioni e verbalizzazioni, il tutto calibrato in relazione agli sviluppi dell’attività e alla reazione dei partecipanti. Un’utima fase di movimento libero ad occhi chiusi che segue la pratica del ‘movimento autentico’ (J. Adler), che permette un rilassamento attivo.
E’ anche possibile realizzare progetti misti con attività di danza e arte, tra di loro integrate.
All’osservazione l’attività appare generalmente gioiosa e “leggera”, salvo i momenti in cui vengono espresse, accolte e gestire le emozioni affioranti di malinconia e rabbia, ma le basi teoriche di riferimento si rifanno ai lavori dei più significativi maestri e studiosi in materia sia di danza che di sviluppo psicofisico (R. Laban, M: Mahler, J:Kestenberg, W.Winnicott, I:D: Yalom, autori vari vari della scuola psicoanalitica anglosassone delle “relazioni oggettuali” e altre ancora).